La locuzione latina “aliunde perceptum” è traducibile letteralmente dal latino all’italiano con le seguenti parole: “Percepito altrove o da un’altra persona”.
Nell’ambito del diritto del lavoro, si fa riferimento all’aliunde perceptum in relazione alla fattispecie del licenziamento illegittimo. In caso di licenziamento illegittimo, infatti, dall’ammontare del risarcimento del danno spettante al lavoratore ingiustamente licenziato, dovranno essere decurtate tutte le retribuzioni che il lavoratore (ingiustamente licenziato) ha percepito dagli altri datori di lavoro con i quali abbia instaurato rapporti di lavoro successivi al licenziamento.
Ma anche nei casi in cui il lavoratore non si sia impegnato abbastanza a trovare una nuova occupazione è prevista tale fattispecie. Laddove venga dimostrata l’inerzia del lavoratore nel cercare una nuova occupazione nelle more del giudizio, il datore di lavoro potrà richiedere la riduzione dell’indennità risarcitoria prevista dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Un’azienda che sta affrontando un contenzioso di lavoro per licenziamento illegittimo, promosso da un ex dipendente, può quindi verificare se quest’ultimo, a partire dal periodo successivo all’interruzione del rapporto di lavoro, abbia prestato o, continua a prestare, attività lavorativa in favore di altre imprese, eventualmente anche in forma non ufficiale (ovvero in nero). Diventa pertanto fondamentale in questi casi rivolgersi ad un’agenzia investigativa per effettuare queste verifiche con l’obiettivo di determinare l’aliunde perceptum e poter tutelare i propri interessi in sede giudiziaria. L’azienda, a fronte delle prove emerse dalle indagini, potrebbe così ottenere la riduzione delle richieste risarcitorie presentate dall’ex dipendente.